Celestron C 9,25 XLT

Il fico di Casa Celestron

Cerchi informazioni su questo strumento ovunque. E ovunque ti propinano che il C 9,25 è il miglior Schmidt Cassegrain dell’intera flotta, almeno fino alla venuta degli EDGE HD.

Il primario è lavorato a f/2.5 anziché a f/2 come tutti gli altri, E’ la giusta dimensione per avere un tubo trasportabile e sopportabile da montature più mingherline.

Fa le stelle piccole piccole. Si acclimata in un tempo ragionevolmente più corto rispetto a un C11.
Se ne leggono di ogni. Ed effettivamente, questo tubo ottico, di rado lascia perplessi.

Arrivato un bel giorno di Aprile per sostituire il fratellino da 8 pollici, questo C 9,25 è stato impiegato principalmente per la nuova scimmia causata dal primo lock-down nazionale: la ripresa astronomica planetaria.

Un antico amore, mai coltivato abbastanza, che da un po’ di tempo volevo provare a recuperare. E così, visto che l’amico Vincenzo è stato rapito dalla solita bastarda febbre da diametro, ne ho approfittato e l’ho fatto mio.

Il Celestron C9,25 montato su una SkyWatcher N-EQ6 Pro

Il classico tuttofare?

Si legge spesso che gli Schmidt-Cassegrain siano i telescopi dei compromessi.
Il nomignolo di “scaldabagno”, dovuto alla loro forma corta e cicciotta, fa di questa tipologia di strumento l’unione di grandi potenzialità e limiti ben precisi.

  • Diametro generoso
  • Compattezza
  • Fuoco posteriore
  • Facilità di collimazione

Fanno a gara, un’intensa gara, con i contro:

  • Acclimatamento bello lungo
  • Lastre facilmente appannate
  • Mirror flop e mirror shift
  • Contrasto non eccelso

Queste sono soltanto alcune delle caratteristiche che rendono gli SCT (al secolo Schmidt Cassegrain) i telescopi più amati o più odiati del pianeta.

Se vogliamo andare in profondità, infatti, troveremo facilmente altre fastidiose caratteristiche che non possono piacere all’astrofilo che vuole avere lo strumento per eccellenza senza sé e senza ma.

  • Sferocromatismo, ovvero scarsa correzione nel blu per la presenza della lastra
  • Forte curvatura di campo, negli esemplari SCT puri

Eppure…

Eppure questo strumento, il C 9,25 in particolare, è un rasoio! Le stelle sono veramente più piccole rispetto a come vengono mostrate sui vari C8, C11 e C14.

La Luna, all’oculare, è un tripudio di chiaroscuri e il terminatore è nero “stile rifrattore”.

Nella versione in oggetto, ovvero quella con trattamento antiriflesso XLT, il mirror shift è appena avvertibile soltanto a partire dai 400 ingrandimenti. Le stelle doppie sono bellissime e il loro primo anello è quasi sempre facile.

Ho usato questo C 9,25 per almeno 40 nottate, di cui 38 in configurazione astrofotografica. L’unico pentimento è averlo dato via con sole due nottate dedicate all’osservazione visuale. Perché la sensazione che fosse una bellissima ottica è stata costante dalla sua Prima Luce.